Domenica di fine novembre, bagnata dalla pioggia, non molto fredda, una tipica domenica autunnale insomma. L’autunno è una stagione di bilanci, di riflessioni prima del letargo invernale. Non ci sono suoni nella natura in autunno quando piove, solo quelli artificiali come i rumori del passaggio di macchine o aerei, molto frequenti in quest’ultimo periodo. Le rondini sono partite da tempo e gli uccelli stanziali sono al riparo dalla pioggia.
Dal pc Spotify, versione gratis, mi fa ascoltare, tra una pubblicità e l’altra, un bellissimo brano di Battiato che mi “invita al viaggio in quel paese che mi assomiglia tanto”.
Per chi sta scrivendo, alcuni testi di Franco Battiato hanno avuto una funzione importante, hanno certamente contribuito a creare le condizioni, a preparare il terreno per il cambiamento interiore.
Questo periodo di forti contraddizioni può portare gli esseri umani ad essere più consapevoli e responsabili verso se stessi e gli altri.
Racconti e soprattutto immagini di guerra, mostrate senza nessuna sensibilità ed in modo martellante, turbano le nostre coscienze. Questo turbamento, se viene accolto e non osteggiato, porta a riscoprire la propria sensibilità ingabbiata da false certezze.
Così come la creazione costante, da parte dei media, di scenari futuri di forti difficoltà legate a cambiamenti climatici e all'utilizzo di armi atomiche nella guerra in atto, nutrono e rendono più profonda la divisione tra gli esseri umani, questo può aprire delle crepe nelle fragili sicurezze che abbiamo e far emergere nuove domande. Questi sono solo alcuni esempi di situazioni che possono stimolare al cambiamento interiore.
Oppure può accadere che un giorno normale mentre vivi la tua quotidianità, ti accorgi di vedere il mondo che ti circonda in modo diverso. La tua attenzione si allarga sempre più, senza una direzione particolare. La tua attenzione viene inclusa in una “attenzione” senza un centro e senza limiti spazio/temporali.
Questa attenzione attraversa tutto te stesso facendoti vedere in modo nuovo e chiaro i meccanismi, gli automatismi ed i limiti del tuo essere… come se avessi davanti l’immagine della mappa di una metropolitana con le fermate ed i vari collegamenti.
Questo vedere nuovo, genera azioni nuove, azioni che non si basano su ciò che conosciamo, azioni che non nascono dal passato.
Il cambiamento non è mai alla fine del viaggio ma è il viaggio stesso.
A prestissimo!
Nicola & il Comitato di Transizione per il Campus Bene Comune
Una risposta a “Il cambiamento interiore”
Mi pare fondamentale il passaggio sul cambiamento che non si basa sullo schema passato!
questo si che è cambiamento radicale non basato sulle proprie abitudini..
A me, la motivazione che spinge maggiormente al cambiamento è sempre stata la curiosità, per non dire a tratti, l’angoscia di dover capire chi siamo realmente e cosa facciamo in questa esistenza..
Quindi direi che mi spinge sia il disagio interiore, sia il piacere che provo nella ricerca esistenziale..
Adoro lo stile di scrittura evocativa di questo tuo articolo Nicola!
In questo parole non solo si riflette, ma anche si respira la consapevolezza del cambiamento interiore 🔝
Ci si immedesima con tante emozioni nella passeggiata verso il paese che ci assomiglia tanto..
Bellissimo🤗🥂